23 luglio 2013

Guido Crepax. Ritratto di un artista.

Oggi su Conversazioni sul fumetto il mio post dedicato alla grande mostra che celebra Guido Crepax artista.

Guido Crepax, Valentina dentro i "mestieri" del Diderot
(Enciclopedia o Dizionario ragionato delle Scienze, delle Arti e dei Mestieri)

Era prevedibile che fosse un evento molto interessante, visto l'artista e la location (il Palazzo Reale di Milano) coinvolti, ma si sa che a volte gli eventi celebrativi (la mostra cade nell'anniversario degli 80 anni dalla nascita e dai 10 anni dalla scomparsa di Crepax) rischiano di scadere in un conservatorismo museale e antiquato.

E invece quest'allestimento dimostra una grandissima vitalità insieme all'accuratezza e naturalmente alla bellezza delle tavole originali e delle altre opere esposte, a cura dell'Archivio Crepax, che trovano una loro valorizzazione all'interno di uno spazio così prestigioso. È quello che ho cercato di riassumere come una presenza d'amore.

Cosa mi ha incuriosito di più?
Qualcosa di inedito, che non sapevo neanche io che sono una vera appassionata. Un lato "nerd", se così posso dire, di questo grande uomo che si dedicava nel tempo libero a creare degli incredibili giochi da tavolo per lui e la sua famiglia ( il preferito di lui e sua moglie quello sull'Orlando Furioso).


Ecco l'intro:

Perché andare a vedere la mostra “Guido Crepax. Ritratto di un artista”? 
Per rispondere alla domanda nel titolo di questo post potrei riassumere brevemente la questione in tre punti: 
- È la prima personale che approfondisce a 360° l’opera del creatore di quell’icona di Valentina, con circa un centinaio di tavole originali di fumetti oltre che illustrazioni di libri, riviste, copertine di dischi e oggetti, come i giochi da tavolo creati in ambito familiare; 
- La mostra si colloca negli ambienti splendidi dell’Appartamento di Riserva al Palazzo Reale di Milano, storici, sontuosi, prestigiosi; 
- È gratis. Sono tre validi motivi. Ma così facendo mi ridurrei banalmente a considerare tre argomenti razionali con una buona dose di pragmatismo. E io fondamentalmente sono una persona romantica. 
Quindi vi dico che il vero motivo per cui visitare questa mostra è l’amore.



Il resto lo leggete QUI.


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